“Vi ricordate Fatma, la minore che il 15 luglio era scappata dalla Casa famiglia per tornare dal padre? Ieri il Sistema minorile pubblico, ha attuato la sua Vendetta…: Il 15 luglio Fatma, stanca di vivere in Casa famiglia e considerato che il padre tunisino si era stabilito in Italia e aveva preso Casa, si è allontanata dalla Casa famiglia per andare a vivere dal padre, come aveva sempre desiderato ed espresso alla tutrice e da ultimo alla ctu (in corso)”. Lo ha reso noto, in un Post pubblicato oggi, sul suo omonimo Profilo Facebook… ‘Gian Luca Gismondi’, l’avvocato romano, presidente dell’Associazione I figli del Mediterraneo (www.figlidelmediterraneo.org).
Così ha proseguito Gismondi nel suo testo:
- “Da subito Fatma ha ricevuto minacce gravi sia dalla tutrice che dalla ctu: SE NON RITORNI IN CASA FAMIGLIA NON VEDRAI MAI PIÙ TUO PADRE NE’ TUO FRATELLO… HAI FATTO UNA COSA GRAVE…! Fatma nell’ultimo colloquio con la ctu ha ribadito di voler rimanere con il padre e di non volere ne’ la Casa famiglia ne’ la madre che un anno fa la caccio’ di casa proprio per questo attaccamento al padre e la ricovero presso il reparto di psichiatria di un nosocomio romano ove uscì dopo pochi giorni con diagnosi di perfetto stato di salute”;
- “La madre di Fatma è italiana, convertita all’Islam, allontanatasi dal Regno Unito, ove viveva la famiglia, con una falsa denuncia di maltrattamenti al padre, archiviata dopo 6 mesi di divieto di avvicinamento, per unirsi ad un altro uomo tunisino in Italia con il quale convive e che Fatma non aveva mai voluto accettare anche perché la madre pretendeva che lo chiamasse papà (come è riuscita a fare con il fratellino)”;
- “La madre il 1°/7/2024 ha presentato in Italia una nuova denuncia per maltrattamenti in famiglia (che in buona parte sarebbero avvenuti in Gran Bretagna) e avviato la causa di separazione con sub procedimento per far chiudere Fatma in Casa famiglia. Un anno fa il giudice diede alla tutrice la facoltà di scegliere per Fatma se collocarla da parenti di parte paterna o in Casa famiglia”;
- “La tutrice scelse la Casa famiglia: era agosto, il padre non aveva ancora ottenuto il visto per il rientro in Italia, osteggiato anche dal giudice donna della feriale, gli avvocati erano in vacanza. Il giudice del Tribunale di Roma, a settembre 2024 ha confermato la casa famiglia per Fatma! E disposto ctu nonché incontri protetti padre/figlio da organizzare a carico dei ss”;
- “Il padre poteva incontrare Fatma liberamente. I ss non hanno organizzato alcun incontro; inoltre in accordo con tutrice e Casa famiglia presentano una relazione falsa al tribunale in cui accusano il padre di controllare amicizie e vestiario di Fatma. Secondo queste signore Fatma dovrebbe girare vestita da ‘zoccoletta progressista’ e non con abiti normali… inoltre dovrebbe uscire con i maschi… grande problema educativo, quindi, quello di queste grandi signore, evidentemente avallato anche dal giudice”;
- “Ma cosa deve fare la ctu secondo le intenzioni nascoste del giudice Semplicemente dividere l’ex famiglia in 4: Fatma da sola in Casa famiglia e psichiatrizzata, il piccoletto in Casa famiglia anche lui psichiatrizzato, padre e madre per i fatti loro. Questo il disegno criminoso in atto a ctu ancora non conclusa. E così dopo le minacce di cui sopra, parte la telefonata in Procura per ricordare all’amico Pm che c’è una denuncia per maltrattamenti che giace sulla scrivania del pm da oltre un anno… bisogna tirarla fuori e punire padre e figlia”;
- “Ieri la Polizia di Stato chiama il padre per firmare dei documenti: il padre in buona fede va in Questura e si vede notificare un’ordinanza di divieto di avvicinamento alla ex moglie e ai figli minori (Fatma viveva con lui e la vedeva 4 giorni a settimana anche prima del 15/7); inoltre trattengono Fatma e nonostante chiedesse di rimanere con il padre la portano in una Casa famiglia a 90 km da Roma. Si ritorna al punto di partenza! Interpellati tutrice e as le medesime dicono a Fatma che se riandrà dal padre lo faranno arrestare”;
- “La mafia di Stato ha fatto il suo dovere: punire una minore e il padre per il desiderio di vivere insieme. Una misura cautelare si adotta nell’immediatezza della denuncia, non dopo 13 mesi a ridosso di ferragosto. Ai posteri l’ardua sentenza… così non si può andare avanti!