Nel testo che segue, vi proponiamo la nota di economia, redatta dal nostro opinionista BilGiu.
“Tanti acchitti pi tanti buttuni”…! Questa è una di quelle espressioni che spesso capita di sentire quando si parla di conti e contabilità in generale che devono “quadrare”, ma ancor di più in un contesto di “bilancio familiare” in cui far quadrare i conti è una esigenza pragmatica, come appunto le asole ed i bottoni di una camicia che devono essere in egual numero, un bottone in più o un’asola in meno darebbero un risultato estetico poco “elegante”, parafrasando, cosa accadrebbe se ci si ritrovasse con un bottone in più o un’asola in meno? Cioè cosa accade quando il bilancio familiare viene intaccato ad esempio da una “spesa” che non è stato possibile preventivare?
Le soluzioni possono essere tre:
- la prima…, possiamo accedere ai nostri risparmi, semprechè abbiamo avuto la possibilità di mettere qualcosa da parte per gli imprevisti ed affrontarli;
- la seconda…, se è una spesa di cui non si può fare a meno (una malattia ad esempio) si ricorrerà ad un prestito, quindi si farà un debito;
- la terza…, non avendo possibilità alcuna in merito alle due opzioni descritte bisognerà o rimandare la spesa a tempi migliori oppure tagliare una spesa prevista (mutuo, affitto, rata della macchina etc.) per far fronte a quella urgente, posticipando il pagamento della rata sospesa al prossimo mese, con tutto ciò che questo comporta e con tutte le conseguenze che non sono solo dettagli, ad esempio il prossimo mese le entrate saranno sempre le stesse mentre le uscite avranno una voce in più…!
Ma per il bilancio dello Stato dei Comuni o delle Regioni, non funziona così, non dovrebbe funzionare così, e non funzionava così fino all’avvento della moneta unica e dei Trattati di Maastricht, anche se inopinatamente qualcuno ancora pensa o è indotto a pensare che il Bilancio di uno Stato sia uguale o possa paragonarsi a quello di una famiglia. Ma c’è di peggio quando si asserisce o si alimenta la convinzione nell’opinione pubblica, che la spesa pubblica debba essere finanziata tutta o in gran parte col sistema fiscale, cioè attraverso le tasse imposte ai cittadini costretti a sopportarne il carico e l’onere, che oggi nel nostro paese supera abbondantemente il 60%, eppure, nonostante il carico fiscale, nonostante il continuo taglio dei servizi pubblici e della spesa pubblica, non riusciamo a ricostruire e/o mettere in sicurezza ponti, strade, gallerie, ferrovie, porti e aeroporti scuole e ospedali; mancano e non possiamo assumere medici, infermieri, magistrati, poliziotti, netturbini, bidelli, operai etc. etc.; ed il debito pubblico però aumenta, aumentano gli interessi da corrispondere alle banche che prestano i soldi allo Stato, al paese, ma nessuno sembra chiedersi come mai…!
Tutte queste carenze, tutte queste mancanze nei servizi pubblici e nella gestione della cosa pubblica, sono la conseguenza della mancanza di una fonte di finanziamento essenziale per lo Stato, la moneta. Stiamo morendo asfissiati per mancanza di moneta, siamo come il motore di una Ferrari pronto a dare il massimo in una gara ma a cui manca la benzina e quella che gli viene concessa basta solo per qualche giro, siamo come un corpo muscoloso, preparato, aitante, ma alimentato con semolino e pappette; e per procurarci quel po’ di benzina o quelle misere pappette siamo costretti a chiedere in prestito la moneta necessaria a banche private che la stampano dal nulla e ce la rivendono, con gli interessi…! Oggi ogni piccolo investimento, a cominciare dalla manutenzione delle strade cittadine per finire alla costruzione di nuove e numerose infrastrutture, è pagato (quando la €U ci concede di farlo) dalla collettività interamente a debito cioè i comuni, le regioni o lo Stato devono restituire i soldi a qualcuno maggiorati degli interessi, i comuni, le regioni lo stato, siamo noi, non dimenticatelo…! Quindi tornare sovrani significa non dover essere ricattati da €U e Bce attraverso i Trattati, perché alla fine sono queste sovrastrutture nazionali e antidemocratiche che decidono cosa, quando e quanto finanziare gli stati.
Lo Stato non si gestisce come una famiglia, lo Stato non puo’ essere gestito con i soli soldi delle tasse fatte pagare ai cittadini, se lo Stato chiede 100 e spende 100, ai cittadini cosa rimarrà nelle loro tasche da poter spendere e far crescere i consumi? Come potrà pensare di poter acquistare una casa? Una macchina? Migliorare la propria condizione sociale e civile, non potendo accedere alla cultura, all’arte, all’informazione? Come farà a risparmiare per non ritrovarsi a non poter affrontare una spesa urgente e necessaria? Perché se lo Stato è messo in condizione di poter fare deficit solo per il 3%, sia chiaro che il rimanente 97% lo dobbiamo pagare noi, e noi abbiamo solo un modo per pagarlo, attraverso il lavoro e le tasse. Se non lo capite è grave!