Messina, si sa, in questi mesi estivi, è stata maggiormente in precarie condizioni igieniche, rispetto al passato, tutti sono photo reporter del cassonetto dei rifiuti, come li ha definiti qualcuno, Giampiero Già, esponente di Cambiamo Messina dal Basso, il Movimento che ha favorito l’elezione del sindaco Renato Accorinti, in merito, rivolgendosi al quotidiano locale, scrive: “la città di Messina è sporca e la maggior parte dei messinesi sporcano e gettano rifiuti di ogni tipo in ogni dove. Partita patta. Palla al centro, comincia la mia nota”.

“Caro vice capo redattore, ho seguito la soap opera tra lei e l’assessore del Comune di Messina all’Ambiente, Cimiteri, Verde, Giardini, Autogestione dei Beni Comune – Acqua, Nuovi Stili di Vita – Benessere degli animali, Rifiuti, Arredo Urbano – Daniele Ialacqua. Le confesso subito, con grande umiltà e correttezza, che ho avuto grande difficoltà a cogliere la differenza tra lei e centinaia di post che imperversano sui social e in particolare Facebook”.

“La città è piena di photo reporter dal cassonetto, tutti segnalatori, tutti che hanno una soluzione, chiedono pUlizia e pOlizia, ovviamente tutti che pagano la TARI (** ma qualcuno l’ha scritto che prima la tassa rifiuti non era totalmente a carico dei cittadini ma il governo centrale ha cambiato le regole?), stessi linguaggi, stessi contenuti e stessa grammatica (una sua illustrissima collega del mezzo busto televisivo sfotte continuamente in stile friggitoria di arancini fritti nell’olio scaduto), tutti allenatori e ovviamente tutti giornalisti di cronaca dell’erbaccia da marciapiede”.

“Poi c’è quella specie di colpo di grazia, l’assessore osa scrivere un post su facebook?…e beccati anche il trafiletto a fine pagina -E questo, caro assessore, è il salotto della nostra città- seguono foto di Piazza Cairoli devastata. Ora, fermo restando, che ha proprio sbagliato, i lavori pubblici li regola un altro assessore, ma il linguaggio, l’intercalare che usa in questo trafiletto mi ricorda tantissimo Citizen Kane – Quarto potere, una sorta di collage tra -Io sono un’autorità su come far pensare la gente- e -non ti sputo perché ti profumo-“.

“La principale tv locale è solo una sequenza video musicali anni ’80 e ’90 per tutto il giorno e quando comincia il TG solo lamentele e segnalazioni, apro facebook -&gt, uguale. Mi manca, effettivamente, un bel paginone sui 35 euro ai migranti in alberghi 5 stelle mentre gli italiani terremotati stanno nelle tende. Come mai non ne parlate? In tutta confidenza…, tipo all’orecchio e con una mano sulla spalla tra vecchi amici…, la città è piena di report dell’immondizia, servirebbe qualcuno che fa invece il reporter di dove andava a finire prima l’immondizia, chi ci guadagnava, cosa e per quanto inquinava”.

“Un bel report di dove va a finire l’immondizia oggi, per esempio quella riciclata, quella delle isole ecologiche, documentare con immagini e video il ciclo sano dei rifiuti messinesi, raccontare come anche città come la nostra può trovare convenienza dal non buttare per strada la qualunque e nel differenziare il rifiuto e se invece si facesse anche una bella campagna di sensibilizzazione su civiltà, saper vivere, come dove e quando buttare la spazzatura, sul pagare i biglietti sugli autobus, rispettare il codice della strada? La stampa ha, quindi, modo di influenzare il giudizio dei lettori nonché cittadini e ha quindi anche una responsabilità”.

“E’ come se a voi non ve ne fregasse nulla, solo che la città deve essere linda pulita, non importa né come né perché, non importa se prima finiva a mare o se si spendevano milioni nel lavaggio (?) di 3925 (? In verità non sono mai stati più di 1400) cassonetti, non importa se la governance di Messinambiente era solo di facciata, non importa eliminare il monopolio milionario e inquinante delle discariche, non ha importanza se oggi bonifichi e l’indomani mattina ti svegli con tre frigoriferi e quattro materassi importa solo pulire”.

Giampiero Già, prosegue: “a proposito cari concittadini, ma quante volte cambiate i vostri frigoriferi e i materassi? Lo sapete, che è obbligatorio il ritiro degli elettrodomestici vecchi? I grandi esercizi commerciali, hanno l’obbligo di ritirare gratuitamente i piccoli elettrodomestici con l’acquisto di un prodotto nuovo equivalente 1 contro 1 ed entro il 2016 l’1 contro 1 lascia posto all’1 contro 0, cioè i rivenditori dovranno ritirare l’usato senza condizioni di acquisto, con l’obbligo di raccogliere 45 tonnellate di Raee ogni 100 tonnellate di nuovi apparecchi venduti. E dal 2019, la cifra salirà a 65 tonnellate. Lo sapete, che esiste un numero verde di MessinAmbiente che viene a prendersi GRATUITAMENTE gli ingombranti sotto casa? Perché, sforzarvi di caricarli in macchina e portarli fino ai Colli San Rizzo e buttarli in una fiumara?”

“Io so solo che le pratiche avviate dall’Amministrazione Accorinti saranno beneficio per gli anni a seguire, avvio VERO del Porta a Porta da 40 mila a 60 mila abitanti con progressivi aumenti grazie al recupero di finanziamenti che erano già andati persi, impianto di SELEZIONE Piattaforma di Pace, triplicata la raccolta differenziata e rafforzate anche le isole ecologiche grazie anche all’informatizzazione, abbiamo portato ARGOMENTI in città si parla di Comieco, Coreve, RAEE, massimi esperti in materia di rifiuti in Italia ricercati da tutte le pubbliche amministrazioni e grazie a loro trasparenza e dignità nell’azienda rifiuti in tutti i suoi settori”.

“Ma non me ne frega nemmeno, fare la lista delle cose fatte e quelle da fare il punto è che se la catena non si pezza e il ciclo dei rifiuti ZERO si costruisce non cambierà mai niente a Messina e saremo sempre cibo di illegalità e criminalità, di malesseri e zero senso civico… e chi la deve spezzare questa catena? Voi giornalisti siete esonerati? E so anche che non sarà per colpa di Twitter, Facebook o di pseudo giornalisti non iscritti all’albo e dotati di tesserino dell’ordine e sindacalmente legittimati a sopprimere la stampa, semplicemente non esisterà più perché oggi voi stessi erodete poco a poco quel che resta della vostra credibilità”.

“Oggi molti cittadini ripongono ancora nella stampa e nel TG la propria fiducia, ma si sentono continuamente traditi da opere teatrali trasformate in articoli di cronaca, si fidavano di voi, gli servivate, ma voi, semplicemente non ci siete, parlate di altro, parlate tra voi, il lavoro che facevate non esiste più lo fanno tutti sui social e arrivano prima. Tutti giornalisti. Ora, per carità, caro vice direttore, non tocca a me stabilire la linea editoriale del giornale per il quale scrive, i linguaggi e gli approfondimenti, né stabilire dove proiettare forze e attenzioni… io non conto nulla”.

“Ogni volta che avviene una catastrofe in città, l’acqua, i rifiuti, il traffico, il sindaco a piedi scalzi, gli pseudo giornalisti e la libertà di stampa aggrediti da un punkabbestia, la parrucca bionda che cade dalla Vara, guardo i social e poi confronto lo sforzo mediatico dei professionisti, uguali nel correre a pubblicare e fotografare con lo smartphone o nel rinchiudere questi istanti dentro il frame del video o in una pagina di carta da settanta micrometri”.

L’esponente di CMDB, termina: “il problema dei rifiuti in Italia e particolarmente in Sicilia non è ancora risolto ma intanto la speculazione mediatica, al pari di quella politica, continua a nutrirsi del diritto assoluto all’informazione esasperato da modi inumani, volgari, sensazionalistici e irrispettosi, a cibarsi della scandalosa registrazione del fetore di immondizia riversata in terra anziché raccontarci cause, conseguenze, effetti, anziché proporre, documentare una soluzione definitiva e seria. La cronaca e la cultura si spengono, il giornalista è tristemente in estinzione. Voglio arrivare a 100 anni, per vedere cosa ne resterà di alcune di queste gloriose penne e quale sarà stato il loro glorioso contributo al senso civico e culturale di questa città”.