Messina non ha mezze misure. Dalla crisi idrica dei mesi scorsi alla inondazione improvvisa di oggi. In tarda mattinata, in pieno centro a due passi dal palazzo di Giustizia, è saltato il “tappo” di un tombino di ispezione della condotta idrica. In un tubo del diametro di 30 cm una falla ha fatto fuoruscire impetuosamente una quantità enorme di acqua potabile.
L’azienda comunale che gestisce gli acquedotti di Messina ha dovuto chiudere immediatamente i rubinetti per impedire lo svuotamento dei serbatoi e per avviare i lavori necessari e di somma urgenza per ripristinare la tubazione.
Intanto tutta l’utenza del centro storico è rimasta all’asciutto. Abitazioni,uffici,e le numerosissime aziende commerciali hanno subito danni gravissimi alle loro attività.
Di emergenza in emergenza questa città paga un conto salatissimo alla cattiva amministrazione e alla superficialità della gestione degli enti erogatori di servizi primari. Che l’Amam sia un carrozzone è risaputo. Che l’occupazione dei posti di comando siano appetibili è scontatissimo. Che quasi sempre questi posti siano occupati da persone di scarsa esperienza professionale è sotto gli occhi di tutti.
Proprio all’Amam l’amministrazione Accorinti ha deciso di affidare ulteriori e complesse attività di servizio accorpando e mescolando operatori e dipendenti di provenienza diversa. Un azienda che già gestisce un settore,quello idrico,dalle molte problematicità e che avrebbe invece bisogno di una coraggiosa ristrutturazione organizzativa. Basti pensare che la gran parte degli interventi vengono affidati a ditte private con il giochetto delle somme urgenze. Cioè quei provvedimenti tecnici e operativi che non vengono affidati attraverso regolari bandi pubblici ma con incarichi di fiducia. Dove,ovviamente,la discrezionalità è grandissima e i controlli in corso d’opera non garantiscono assolutamente la migliore realizzazione degli interventi.
Da questo punto di vista non sembra che l’attuale consiglio d’amministrazione o l’azionista di riferimento abbiano programmato o previsto un cambiamento di indirizzo che garantisca trasparenza ed efficienza nell’immediato futuro. Per la messa in sicurezza dell’acquedotto del Fiumefreddo e per la indispensabile manutenzione ordinaria e straordinaria di tutta la rete idrica comunale nei prossimi anni si dovranno spendere tantissimi soldi e impiegare ingenti risorse. Con i limiti gestionali decritti non possiamo non immaginare un futuro tristissimo per i cittadini di Messina.
Non dimenticando inoltre che il sindaco di Messina ha inutilmente e sommessamente richiesto le dimissioni dell’attuale presidente Termini. Richiesta di dimissioni che,ovviamente, lascia aperti scenari poco limpidi nella gestione e nell’assetto futuro di un’azienda che è fondamentale per la vita di Messina.