Io so, scriveva Pasolini sulle pagine del Corriere della Sera, il 14 Nov del 1974. Io so i nomi dei responsabili, del Vertice, del Gruppo di Potenti (…).

E la storia, oggi più che mai torna a ripetersi, ritorcersi in quelle piccole realtà che non fanno rumore, nella lontana periferia di Mili Marina, luogo ideale, ove poter accorpare sinergie importanti di amplio spessore, all’alba degli anni ‘90, storici per Tangentopoli, ma fruttuosi sotto certi aspetti in salsa messinese.

Il nuovo anno, alla popolazione del piccolo Villaggio Milese, ha regalato lo sgradevole fetore, gentilmente offerto da non-si-sa-cosa, a partire dalle sei del mattino, un fittizio miasma collettivo, inalato consapevolmente ormai come una droga; ma ricordiamoci, che questi veleni tossici respirati, non sono affatto un toccasana per i residenti, anzi: da anni le mortalità finora registrate nella zona, dovrebbero scoperchiare un vaso di Pandora inesplorato, per cominciare un certo esame, nonché Mea Culpa della situazione generale.

Qui, la connivenza con la Grande Bestia, come la chiamano i residenti, paventa una certa connivenza specifica, con chi affianca scelte scellerate per la salute di tutti, rimandando sempre a domani, una politica del Fare, che sembra dimenticare le note critiche, dei pochi Milesi da sempre insofferenti alla dolente situazione, che mal sopportano i comunicati ufficiali che parlano di soluzione finale.

Ma facendo approssimativamente i calcoli, da quel lontano 1994, di soldi spesi – e male, per il Depuratore, ne perderemmo probabilmente il conto, senza giungere a un fine equo, dell’amara questione che pende sulle teste di chi, giorno dopo giorno cerca di sopravvivere ai veleni respirati, volendo inoltre comprendere, la tolleranza più o meno gradevole, dello spruzzo profumato, che a certe ore si avverte, sommato al misto fragore di fogna, (se sia a questo punto arrivato, più un bene che non un male), che comunque pizzica alla gola…!

La gente del luogo, compresi i piccoli esercizi pubblici e i Bar, raccontano di sere e notti, trascorse  a ingurgitare veleno, fino a percepire persino gonfiore fisico, mal di stomaco, mentre la puzza ormai ristagna nelle camere, gasati, storditi a piccole grandi dosi, senza avvertire più l’olfatto, il gusto… “l’essere gassati vivi, ci dicono, una deportazione continua a cui siamo sottoposti, con azioni che ricordano molto da vicino quelle perpetrate dai nazisti nei vari campi di sterminio, eppure, 70 anni dopo, hanno trovato nuove pratiche per farci soccombere sin dentro le mura domestiche, concludono le voci che abbiamo sentito”.

Fatti, misfatti, domande senza risposta, un sottobosco in cui sembra albergare un pesante macigno, su chi dovrebbe schierarsi apertamente, per una soluzione finale, nella difesa della Salute in primis. Io so, tutti questi nomi e so tutti i fatti (per tornare a Pasolini), di cui si sono resi colpevoli. Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.