Durante una conferenza stampa nella Sala Ovale di Palazzo Zanca, Il consigliere comunale Libero Gioveni, insieme a Gaetano Alessandro dell’Associazione Donare e’ vita, hanno specificato perchè solo a Messina la volontà del donatore non e’ trascritta nel documento d’identità: “la dirigente dell’ufficio anagrafe, non applica, ma interpreta la legge”.
I due, continuano: “malgrado si puo’ essere donatori, siamo l’unico comune nel quale questo e’ possibile ma solo in segreto, tra chi l’ha presa e l’impiegato dell’anagrafe. In tali termini, si vanifica il significato stesso di una delle leggi piu’ importanti in tema di civilta’ che il nostro Paese abbia mai approvato”.
“Proprio un mese fa, in conferenza stampa, l’8 ottobre, amministrazione (rappresentata dall’assessora Nina Santisi), dirigenti, consiglieri e responsabili di sttutture sanitarie pubbliche, mettevano al corrente l’opinione pubblica, circa la possibilità di poter indicare nella carta d’identità il proprio assenso alla donazione degli organi.
“Tutto pero’ si e’ rivelato inutile, a tratti fuorviante, per la singolarita’ tutta nostrana di interpretazioni personali della norma da parte della dirigente Letteria Santa Pollicino, ovvero il fatto che la volontà del donatore non viene trascritta nella carta d’identità, ma solo trasmessa all’elenco nazionale dei donatori.
Gioveni ed Alessandro, per far attuare le disposizioni ministeriali e sbloccare la fase di stallo esistente, sono disposti ad adire le vie legali, coadiuvati dall’avvocato Rosa Guglielmo, che dice: “non e’ una questione di privacy, stiamo parlando della volontà del cittadino che si reca all’ufficio anagrafe per far valere i propri diritti quando non sarà più in grado di poterlo fare”.
Gaetano Alessandro invece, spiega ancora: “e’ incomprensibile quanto accaduto, all’inizio De Pasquale, del Ced, ci disse che a loro sarebbe basato un click per adeguare il sistema informatico, poi pero’ la Pollicino antrmponeva motivi di tutela della privacy del cittadino”.