Gli ultimi dati diffusi dall’Istat hanno messo in evidenza un calo di circa lo 0,3% del numero di lavoratori occupati a Luglio su Giugno. E’ un periodo di certo non esaltante per i numeri relativi al mercato del lavoro nell’Eurozona. Secondo quanto riferito dall’Osservatorio sul precariato dell’Inps, il saldo tra i nuovi rapporti a tempo indeterminato e le cessazioni tra i mesi di gennaio e luglio permane positivo ma in diminuzione rispetto ai dati riportati nel 2015.
La tendenza però, secondo un’analisi più ampia, non si discosta tanto rispetto al resto delle nazioni dell’Unione Europea. Dati che confermano dunque una fase economica completamente altalenante e condizionata da diversi fattori ed elementi che non favoriscono l’occupazione come la scarsa produttività e l’inflazione bassa.
I numeri dei tassi di occupazione. Nell’Eurozona il tasso di occupazione equivale al 10,1% secondo quanto evidenziato da TgCom24, un valore in linea con il mese precedente, così come la percentuale di posti vacanti che corrisponde all’ 1,7%. Tranne la Germania, paese dove il tasso di disoccupazione resta contenuto, non si registrano sostanziali cambiamenti negli altri paesi europei, anche se Spagna e Italia sono stati caratterizzati da lievi miglioramenti. Il nostro paese e il paese iberico hanno un tasso di disoccupazione che supera il 10% così come in Grecia, Portogallo, Cipro e Croazia. Chi è peggiorata invece, è sicuramente la Francia, che ha visto alzare la propria percentuale di disoccupati.
Le difficoltà dell’Italia. Nel nostro Paese il problema principale restano le difficoltà nel riattivare chi si trovava già con uno status di non lavoratori, con le domande di disoccupazione, come quella diffusa da GuidaFisco.it, sempre in rialzo. Dati in contrapposizione con il primo trimestre dell’anno del’Unione Europea, che ha potuto registrare oltre tre milioni di disoccupati che nel periodo finale dello scorso anno (2015) hanno trovato un impiego di lavoro. In Italia, come dicevamo, permane un immobilismo sotto questo punto di vista, con la maggior parte dei disoccupati rimasti nelle stesse condizioni sin dall’inizio del 2016 che ha comportato una percentuale negativa del -31,1% che ha influito sui dati dell’rea dell’inattività economica del paese.
La posizione del ministro del Lavoro. Riguardo il Jobs Act, si è così espresso il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti a Padova: “Jobs Act? il 2017 è l’ultimo anno del triennio di incentivi previsti. Stiamo lavorando per studiare se tenere in termini generale oppure applicarli con maggiore selettività, provando a destinarli di più ai giovani o alle persone che trovano maggiori difficoltà per la ricerca di un posto di lavoro. E’ comunque una questione aperta che contiamo di risolvere entro qualche giorno”.
Il Ministro del Lavoro, poi, si è soffermato anche sul calo dell’aumento delle assunzioni a tempo indeterminato: “Il calo è prevedibile, lo scorso anno abbiamo avuto un record mondiale riguardo le assunzioni. E’ chiaro che le imprese, le aziende hanno utilizzato gli incentivi al massimo e dunque alcune assunzioni sono ancora oggi in essere. Abbiamo fatto registrare 2 milioni e 200 mila contratti a tempo indeterminato da quando è stato introdotto il contratto a tutele crescenti”. Sarebbe dunque motivato, secondo Poletti, un calo dei nuovi: “Abbiamo accumulato una quantità molto più alta dell’anno scorso. Da quando siamo saliti al governo l’Italia ha fatto registrare 585mila posti di lavoro di cui 400mila a tempo indeterminato”.
Angelo Vargiu