L’appuntamento per dire “No” ad ogni forma di violenza sulle donne ed i minori è per stamane alle ore 10.30 a Reggio Calabria. Dalla città dello Stretto, in piazza Indipendenza muoverà un corteo, una iniziativa di sensibilizzazione, nata dopo la tanto terribile quanto turpe vicenda accaduta a Melito Porto Salvo (Rc), dove una 13enne ha subito varie violenze che grazie ad un silenzio assordante e perseverante non si sono potute scoprire con immediatezza per essere fermate prima di dare luogo a sicure ferite dell’anima.
Il governatore della Calabria Mario Oliverio, ha detto: “da Reggio si vuole lanciare al Paese intero un segnale chiaro ed inequivocabile, questa nostra non è la terra dei silenzi e delle omertà, delle paure e delle violenze. Lo facciamo per fare diventare la nostra comunità, cuore pulsante di una Calabria che non si rassegna. Di sicuro, la vera Calabria non è quella venuta fuori a tinte fosche dopo la vicenda del branco che ha abusato della povera ragazza di 13 anni”.
Il grido di giustizia per una regione migliore, lo daranno in tanti, hanno assicurato la loro presenza, la presidente della Camera, Laura Boldrini, il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi e la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi. Inoltre, la responsabile dell’Antimafia si intratterrà a Reggio anche nel pomeriggio, per incontri istituzionali in Prefettura, con magistrati e rappresentanti delle Forze dell’Ordine per attenzionare la tematica della violenza sui soggetti più deboli della società. All’evento, daranno poi il loro contributo, i centri antiviolenza, le associazioni femminili e studentesche, provenienti da tutte le province della regione, rappresentanti del mondo della scuola, dell’università, della Chiesa, delle forze sociali e molti deputati che hanno aderito a questa giornata.
La partecipazione ad una manifestazione così sentita ed importante, è stata confermata anche da amministratori locali, sindaci, referenti delle province ed esponenti delle istituzioni a diversi livelli. Tutti insieme, per dimostrare che questo luogo vuole cambiare, facendo partire direttamente dai cittadini un segnale che possa dare prova come le violenze, in particolare quelle contro le donne devono trovare un muro che le contrasti, una mobilitazione unitaria che scuota sensibilità e cultura ad iniziare dalle scuole.