Il dottor Salvo Noè (psicologo-psicoterapeuta), ha risposto al nostro appello per parlarci di gelosia.
In proposito, scrive:
LA GELOSIA PATOLOGICA
Sempre più notizie di raptus di gelosia, ci fanno capire che c’è un’intolleranza e un’incapacità a saper gestire i rapporti interpersonali e maggiormente quelli di coppia.
Cos’è la gelosia?
La gelosia è il disagio che si prova all’idea di perdere l’affetto o l’attenzione di una persona che conta ed è un fenomeno normale in tutti i rapporti umani: è presente sia nell’amicizia, sia nella coppia, ed è legata all’idea di poter essere messi al secondo posto da un amico o dal partner, vedendosi quindi preferire qualcun altro.
La gelosia patologica è distruttiva, intensa e alimentata dalla rabbia presente nei rapporti di coppia patologici: provoca un allontanamento perché conduce a comportamenti svalutanti come l’esigenza di controllare e di punire il partner o di evitarlo. Ha un andamento altalenante, legato alle emozioni, e si placa temporaneamente quando la percezione di vicinanza con il partner è più intensa, per poi riesplodere quando questa sensazione diminuisce.
Come nasce la gelosia?
Nel corso della vita la gelosia si presenta molto presto, quando il bambino si sente escluso dalla coppia genitoriale (o posposto rispetto ad un fratellino o sorellina) e si comporta in modo tale da riconquistare l’affetto che sente di aver perduto. Se i genitori non comprendono cosa prova e in risposta lo puniscono o sgridano, il bambino può sentire che il proprio disagio non deriva da uno stato interno (gelosia), ma dall’esterno (comportamento dei genitori) e, sentendosi aggredito invece che convalidato nella ricerca di affetto, inizia a comportarsi a sua volta in maniera aggressiva o lamentosa pretendendo che si riavvicinino a lui, ma non giungendo per nulla ad ottenere il proprio scopo.
Alcune persone attueranno questo comportamento per tutta la vita, faticando a distinguere stati interni e disagio proveniente dall’esterno e saranno particolarmente inclini ad incolpare o sospettare rapidamente il partner invece di rendersi conto delle dinamiche psichiche in atto. Trattare con un presunto aggressore esterno (il partner sospetto fedifrago) porta a mettere in secondo piano l’esigenza primaria di vicinanza con il partner e a cercare motivi concreti per sentirsi attaccati (traditi, ignorati, messi all’oscuro).
Per semplificare, possiamo dire che ci sono 4 tipi di gelosia:
1. la gelosia depressiva: non ci si sente all’altezza del partner e spesso si cerca di sminuirne le qualità.
2. gelosia ossessiva: si è costantemente attanagliati dal dubbio se si è amati o meno.
3. gelosia ansiosa: si vive con l’incubo di essere lasciati.
4. gelosia paranoica: caratterizzata da una sospettosità costante ed eccessiva. C’è una continua ricerca del tradimento, (segue il partner o la fa seguire, lo controlla, ne controlla abiti o la corrispondenza, ad esempio il cellulare o il pc).
Che tipo di persona è il geloso patologico?
Alla base si può ipotizzare ansia e bassa autostima, il timido patologico è una persona che si piace poco, e cerca di nascondere questa sua insicurezza con comportamenti molto forti, anche aggressivi, fino ad arrivare a gesti estremi.
Sono più le donne o gli uomini a soffrirne?
Nella gelosia patologica, sembra che tra le donne, si registra il tasso più alto di gelosia depressiva e ossessiva, mentre tra i maschi a prevalere è la forma più preoccupante di gelosia, quella paranoica.
Come curare la gelosia patologica?
Affrontare direttamente la gelosia patologica non serve, mentre è molto utile comprendere cosa la motiva e alimenta.
Quando la gelosia nasce dal senso di valere poco è importante che la persona si concentri non sul partner, ma su di sé, chiedendosi cosa può fare per aumentare la sua autostima o per sanare la ferita dell’abbandono che può aver subito in precedenza (da un altro partner, ma anche da un adulto significativo nel corso dell’infanzia).
Anche chi è oggetto di gelosia ossessiva può analizzare quello che il partner prova, immedesimandosi in lui (o lei), agendo in maniera tale da aiutarlo/a a recuperare un senso di maggior valore e la convinzione di meritare amore.
In alcuni casi la gelosia ossessiva costituisce un sintomo di psicopatologia e si manifesta con un vero e proprio delirio di gelosia: in tal caso è necessario curare la patologia che lo provoca e non esistono altre strade per migliorare la situazione.
Se il geloso è un soggetto paranoico sarà molto difficile però convincerlo che necessita di cure e che l’invito a cercare uno specialista è motivato da reali buone intenzioni: in tal caso può essere inutile richiedere una consulenza psicologica di coppia, che consenta al geloso di comprendere come il partner non gli stia addebitando tutte le cause del problema, ma è interessato a prendersi cura della relazione e a risolvere i motivi di disagio.
Il ricorso allo psicologo è utile anche quando i pensieri ossessivi riguardanti la gelosia per il partner si organizzano come un vero e proprio sintomo d’ansia e, pur sapendo di non avere motivi per sospettare un tradimento, non si riesce a convincersene del tutto. Esplorare le cause recenti o remote della gelosia patologica è necessario per disinnescarla e rafforzare quelli aspetti della personalità che consentiranno di acquisire maggior sicurezza e fiducia negli altri.
Chi riconosce di esserlo, cosa può fare per vivere meglio la sua vita relazionale?
Prima di tutto non demonizzare la gelosia. È molto utile parlarne, chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta che attiverà quella consapevolezza utile per migliorare la qualità della vita relazionale. Il tutto per riuscire a potenziare il proprio senso di sicurezza personale, per diventare propositore dell’amore che rispetta la libertà dell’altro e rafforza la gioia di vivere insieme.