Cateno De Luca, oggi a Messina in conferenza stampa, con al fianco il suo difensore di fiducia, l’avvocato Carlo Taormina, per spiegare il suo no ad alcune parti del sistema giudiziario messinese. Una storia processuale quella dell’attuale sindaco di Santa Teresa di Riva, giunta quasi al capolinea, ma che negli anni lo ha visto imputato in sedici procedimenti penali, con tante udienze ed altrettanti proscioglimenti. Tutto si sarebbe dovuto concludere il 7 dicembre, ma nel corso dell’udienza sul processo del cosiddetto sacco di Fiumedinisi, i giudici hanno deciso per un rinvio al 7 febbraio 2017, una data che coinciderà con il ritorno a pieno titolo sulla scena politica di De Luca.
Il primo cittadino santateresino, ha dichiarato: “io dico, che ho avuto la fortuna di arrivare a questa fase, perchè sono stati oltre cinque anni di calvario, 16 procedimenti penali, tutti chiusi (tranne l’ultimo del quale siamo qui a discutere oggi) a mio favore perchè il fatto non sussiste e penso a quei poveri disgraziati che sono vittime di errori giudiziari e non sono nelle condizioni di poter resistere, o per motivazioni economiche o anche psicolgiche. Non nascondo che anche io, in questi anni ho avuto qualche difficoltà nell’arrivare fino in fondo perchè quando poi, queste vicende coinvolgono la famiglia, i bambini, ovviamente i problemi aumentano e non riesci a spiegare il perchè ti trovi in queste situazioni, dopo aver fatto il tuo dovere e dopo aver combattuto tutte le mafie nei vari palazzi”.
L’espressione tipica che noi potremmo dire sarebbe cu sapi (in siciliano) su un possibile impegno, per Messina. E’ strano, che questa decisione potrebbe dipendere dal Palazzo di Giustizia, infatti il paradosso nel quale io oggi mi trovo è che ho combattuto non tanto politicamente, anzi ritengo che nonostante possa essere stato definito da qualcuno un cavallo zoppo, in questo momento, da sindaco di Santa Teresa di Riva si è data grande dimostrazione di cosa significa amministrare una comunità in un momento di grande difficoltà. E’ ovvio, che la città di Messina, oggi facendo riferimento alla carica di sindaco avrebbe un ruolo centrale essendo il perno dell’area metropolitana e non nascondo su questo un grande interesse, continuando una progressione amministrativa che è stata segnata da grandi successi”.
Infine, De Luca afferma: “E’ logico, che se questo dipendesse solo da me, non da fattori anomali, o estranei alla politica, quale appunto potrebbe essere una balorda logica di un Palazzo di Giustizia, io ci sto”.
A ricordare i capi d’imputazione a carico di De Luca, in conferenza stampa è stato il legale Carlo Taormina, che ha riferito: “è accusato di concussione per avere invitato alcune persone, a stipulare contratti di vendita dei propri beni, in luogo di espropri (una procedura prevista dalla legge). De Luca, ha effettuato, l’opera più propizia e adeguata per difendere Fiumedinisi dalle esondazioni, è accusato di avere fatto troppo bene le difese spondali. De Luca, non è ne ladro, ne mafioso, dunque ha due carenze di legittimazione per fare il sindaco in Sicilia dove spesso accade il contrario”.