Sono queste, le odierne parole (pubblicate su Facebook) del primo cittadino Etneo Salvo Pogliese: “con il cuore colmo di gioia e di emozione vi annuncio che questa mattina sono stato reintegrato nella carica di Sindaco. Il Tribunale di Catania ha infatti riconosciuto la fondatezza della questione di legittimità costituzionale relativa all’applicazione della legge Severino, sollevata dai miei legali, demandandone la risoluzione alla Corte Costituzionale. Ringrazio tutti coloro che in questi mesi mi sono stati sinceramente vicini in un momento difficile della mia vita e gli avvocati Eugenio Marano, Claudio Milazzo e Felice Giuffrè. Adesso tornerò a servire la mia città, con lo stesso entusiasmo, la stessa passione, la stessa determinazione che avevo quando nella primavera del 2018 decisi di rinunciare a un comodo seggio da europarlamentare, alle indennità e alle immunità previste da quel ruolo, per servire una Catania sofferente e prossima al dissesto. Lo farò con ancora più determinazione di allora, perché la mia scelta è Catania”.
I dettagli
Il presidente Massimo Esher, relatore Viviana Di Gesu, ha dichiarato “rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale… nella parte in cui stabilisce la sospensione cautelare nella misura fissa di diciotto mesi tenuto in considerazione il principio di incolpevolezza sancito all’articolo 27, comma 1, Costituzione”.
“In accoglimento della domanda cautelare – si legge ancora nella sentenza – dispone la sospensione cautelare provvisoria degli effetti del decreto prefettizio impugnato, fino alla udienza che verrà fissata successivamente alla definizione della questione di legittimità costituzionale, sollevata da questo Tribunale”.
Il giudice ha anche ordinato “la trasmissione dell’ordinanza alla Corte Costituzionale insieme con gli atti del giudizio e con la prova delle notificazioni e delle comunicazioni prescritte”.
Il ricorso di Pogliese
I legali del sindaco Pogliese avevano chiesto “l’annullamento, o declaratoria di nullità” o di “inefficacia previa sospensione” del decreto di sospensione del Prefetto. Il provvedimento era stato emanato il 24 luglio scorso, dando il via alla sospensione per 18 mesi del primo cittadino.
Il Tribunale di Palermo ha condannato Pogliese a quattro anni e tre mesi per peculato, nel processo sui rimborsi all’Ars. Accuse, rispetto alle quali, il sindaco si era detto sempre estraneo, sottolineando di aver agito correttamente.
La tesi difensiva
Il ricorso era stato presentato dagli avvocati Eugenio Marano e Claudio Milazzo, sostenendo la “illegittimita’ costituzionale” della legge Severino per “violazione della Costituzione e della Convenzione Europea dei Diritto dell’Uomo”.
Contestato anche “un vizio di incompetenza ed eccesso di potere” perché, sostenevano nel ricorso, “la legge si limita ad attribuire al Prefetto il potere di disporre il solo accertamento delle cause di sospensione”.
Il Tribunale di Catania ha sospeso il provvedimento di sospensione, ritenendo la questione di illegittimità costituzionale non manifestamente infondata e gli atti sono stati trasmessi alla Corte Costituzionale. Pogliese, quindi, torna alla guida del Comune di Catania. Nell’attesa di future pronunce.
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