Una conferenza stampa, per chiarire i dubbi ed affermare quella che lui ritiene sia la verità sui conti in rosso del Comune di Messina. Così il capo gruppo di Forza Italia, a Palazzo Zanca, Giuseppe Trischitta ha potuto spiegare il suo punto di vista. Ha affermato, l’esponente politico: “Dobbiamo ristabilire la verità sui conti del Comune, è necessario fare un passo indietro: l’origine dei debiti esistenti, coincide con gli anni che vanno dal ’94 al ’96 con l’Amministrazione Providentdi”.

“La Giunta dell’ epoca, poté contare per averlo ereditato dalla precedente amministrazione, su di un avanzo di bilancio notevole, riuscendo a disperdere questo patrimonio”. Trischitta, ha più volte ricordato quegli anni, aiutato dalle delibere del tempo, che ha richiesto agli Uffici competenti, redigendo uno schema esemplificativo delle cifre ha spiegato tutto ai giornalisti presenti.

Questo, ciò che ha sottolineato: “Il 31 dicembre del 1994, il bilancio si chiuse con un avanzo di amministrazione pari a 60 miliardi di lire. Successivamente, grazie ad un riaccertamento dei residui al 31 dicembre del 1995, si ebbe un avanzo cresciuto fino ad oltre 323 miliardi”.

“Un’ingente somma, spesa quasi tutta nel giro di un anno, dal 1995 al 1996, indirizzando la spesa per finanziare svariati spettacoli e gite per la terza età. Nel 1998, alla vigilia della campagna elettorale, furono asfaltate quasi tutte le strade cittadine”.

“L’amministrazione Providenti, ebbe un avanzo nel 1996, corrispondente a 72 miliardi, si è trattato di un sindaco che così come Accorinti è stato eletto senza un effetto trascinamento, successivamente reintrodotto nelle altre competizioni elettorali, nelle quali l’allora primo cittadino non fu più riconfermato”.

“Di certo, anche le successive amministrazioni hanno avuto la loro responsabilità, del resto nel frattempo Messina è stata retta da tre commissari e quattro sindaci, ma l’esecutivo che ha dato origine alla situazione di preoccupante passività, fu quello Providenti, che aveva in Luigi Beninati il proprio assessore al Bilancio. È strano ed assai singolare, che ora Beninati per un problema creato anche da lui, chieda oggi il dissesto.

“Se all’epoca, con i cospicui avanzi, avessero chiuso i diversi contenziosi esistenti e non si fossero finanziate gite e spettacoli, adesso non ci sarebbero tutti i debiti cui dover far fronte e neanche alcuni sorti in seguito che hanno prodotto ulteriori criticità economiche”.

Trischitta, attacca il PD che pur con una scelta motivata, non ha votato il previsionale 2015, ma non solo, anche verso Udc ed Ncd, ne ha da dire al loro indirizzo, dato l’atteggiamento e le dichiarazioni rese sul documento finanziario approvato dal Consiglio comunale il 25 maggio”.

Il combattivo consigliere di FI, ha detto ancora: “I colleghi dell’Udc e di Ncd subiscono le decisioni di D’Alia e Germana’. Mentre Germana’, mira alla riconferma del proprio ruolo di depurato regionale, D’Alia ha come obiettivo un riposizionamento a destra, in tutto ciò, si inserisce Aridizzone che non fa votare il bilancio ad i suoi consiglieri, ma che vorrebbe candidarsi quale futuro sindaco.  Proprio colui,  che nel 2012 lasciò la vice sindacatura della Giunta Buzzanca, per candidarsi all’Assemblea Regionale Siciliana e poterne fare il presidente”.

Dopo aver analizzato le vicende del passato, ma anche avanzato critiche agli altri partiti, Trischitta ha citato Accorinti, lo ha fatto per spiegare che: “La mozione di sfiducia arriverà, ma non adesso, il gruppo di Forza Italia infatti, si è dato appuntamento ad ottobre-dicembre quando vi saranno i pareri prima della Commissione Ministeriale e poi della Corte dei Conti, sul Piano di riequilibrio”.

“La votazione del riequilibrio, entro giugno, sarà per noi utile per la costruzione delle basi adatte a salvare la città, dopo potremo essere pronti per presentare la sfiducia, ma solo nel febbraio-marzo 2017, andando così a votare la prossima primavera. Si deve evitare in questo momento, una sfiducia che consegnerebbe la città ad un commissario, in modo del tutto inutile”.

“Il centro destra, vuole tornare ad amministrare un Comune, privo di problemi finanziari.