Se Messina avesse una classe politica oggi non sarebbe all’inferno. Se Messina avesse un sindaco degno di questo nome non sarebbe all’inferno. Se Messina e la Sicilia avessero deputati nazionali regionali, senatori, consiglieri comunali degni di questo nome non sarebbero vittime di prepotenze e di oltraggi.
Ci riferiamo all’ultima vigliaccata del Gruppo Ferrovie “Italiane” che da ieri ha annunciato che i passeggeri non possono più viaggiare sui treni che si imbarcano sulle navi traghetto. Ovvero,secondo i cialtroni che gestiscono il servizio pubblico dello Stato, coloro che dalla Sicilia devono raggiungere il Nord e viceversa una volta che i vagoni ferroviari si imbarcano sulle navi per traghettare devono scendere obbligatoriamente dalle vetture e sostare sui ponti delle navi.
Come risposta a tutto ciò cosa fa la politica?, quello che ha sempre saputo fare: ha convocato un “tavolo tecnico”. Invece di indossare fasce tricolori, organizzare manifestazioni e tramutare in fatti e atti concreti il loro abituale populismo i politici organizzano “tavoli tecnici”. Ecco di cosa non c’è più bisogno in questo Paese. Di una politica miserabile e impresentabile.
Le Ferrrovie dello Stato non possono e non devono continuare ad essere centri di monopolio e di potere. Centro di scandali e di affari. Le Ferrovie di un grande Paese sono,o dovrebbero essere, come il sistema cardiocircolatorio sano di un corpo umano vigoroso.
Un Paese non cresce, non si sviluppa, non vive se le arterie di collegamento del suo corpo – territorio – sono strozzate, devastate,interrotte,ostruite da un collasso dei centri nevralgici. E cosa è lo Stretto di Messina se non un centro nevralgico del sistema viario nazionale ed europeo. Qual’è stata da sempre la tesi di sostegno della costruzione del ponte sullo Stretto di Messina se non la realizzazione di un asse viario che congiungesse il centro dell’Europa alla Sud del continente. E se il ponte non si realizzerà mai ( per fortuna magari ) i collegamenti come e da chi saranno garantiti?
Come si crede di superare gli ostacoli economici e culturali, le anomalie e le discriminazioni dell’area Mediterranea? Viene proprio da piangere a rileggere o riascoltare le roboanti dichiarazioni dei sindaci dello Stretto con le quali enfatizzavano le loro campagne mediatiche. “L’area dello Stretto …bla,bla bla”. “Le due sponde unite 24 ore su 24 bla,bla,bla”. “Scllla e Cariddi bla,bla…”
Dalle chiacchiere della politica ai fatti che stanno distruggendo e annientando il Sud e la Sicilia. Una strategia suicida che consegna sempre di più un territorio affamato e indebolito ai sistemi criminali.
Mancando ormai le risorse dei grandi appalti,delle grandi opere, la Sicilia in particolare ,dovrà rappresentare il feudo inespugnabile di ogni ricatto occupazionale e,di conseguenza, il territorio incontrollato per ogni tipo di illegalità. Dal ciclo dei rifiuti di ogni tipo alle produzioni e commercializzazioni illegale. Magari solo al grande business dei flussi migratori.
Soltanto così si può spiegare la volontà precisa di non rendere moderni,veloci e sicuri i collegamenti tra l’isola e il resto d’Italia. Solo così si può spiegare la ostinata marginalizzazione di una Regione che, alla fine, in buona sostanza dovrà solo garantire una rappresentanza istituzionale e parlamentare a coloro che la stanno affossando.
Se i parlamentari siciliani hanno espresso un presidente della Repubblica e il presidente del Senato,cioè le due più alte carico dello Stato, qualcosa dovrà pur significare.