Riflettori accessi da parte del governo sulla vicenda della famiglia napoletana Cappelli: a seguito di un articolo pubblicato dal “Roma”, abbiamo ricevuto una nota dal Ministero degli affari Esteri che conferma l’interesse al tema

LA STORIA

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Testo…, tratto da… www.ilroma.net!

Riflettori accessi da parte del governo sulla vicenda della famiglia napoletana Cappelli: a seguito di un articolo pubblicato dal “Roma”, abbiamo ricevuto una nota dal Ministero degli affari Esteri che conferma l’interesse al tema. La questione riguarda Mirko Cappelli, cittadino napoletano, che dall’ottobre 2018 ha perso ogni contatto con suo figlio.

LA STORIA
La vicenda nasce nel 2015 quando l’uomo ha sposato una cittadina di origine ucraina. Dalla loro unione è nato un bimbo, che la donna, qualche anno dopo e senza il benestare del padre, si è portato con sé al suo Paese. Da quel momento è scaturita una battaglia legale ma nonostante le sentenze a favore del padre, il bimbo resta ancora con la madre all’estero. Ma la parte di famiglia napoletana del bambino non intende arrendersi avendo il desiderio di riabbracciarlo a distanza di anni.

L’APPELLO
A seguire legalmente tutta la questione sin dall’inizio è l’avvocato nonché sorella di Mirko, Mara Cappelli che al “Roma” di recente ha già dichiarato: «Il Tribunale di Napoli, nel 2020, ha emesso una sentenza attraverso la quale si è stabilito il rientro in Italia del bambino e l’affidamento al padre. Inoltre, ad agosto dello stesso anno, anche il tribunale ucraino di Zaporizhia, investito per la Convenzione dell’Aja, ha ordinato il rientro in Italia del piccolo. Sembrava fatta. Poi il Covid e la guerra hanno influito sull’intera vicenda ed in un secondo momento la giustizia ucraina ha cambiato posizione. Ma non ci siamo arresi. Nel 2022 il tribunale penale di Napoli condanna la donna a tre anni di reclusione per sottrazione internazionale di minori e le sospende la potestà genitoriale. Viene chiesto un mandato di arresto internazionale che non ci risulta eseguito. Chiediamo giustizia e l’esecuzione delle sentenze, specialmente ora che a quanto apprendiamo la donna è nei confini dell’Ue».

L’INTERVENTO DELLA FARNESINA
La famiglia ha fatto appello a tutte le istituzioni locali e nazionali per risolvere la questione ed a seguito dell’articolo del “Roma” pubblicato recentemente, è arrivata una nota ufficiale del Ministero degli Esteri: «Il caso del minore Cappelli è ben noto alla Farnesina, che lo ha seguito sin dalla prima richiesta di assistenza, in stretto raccordo con la nostra Ambasciata a Kiev e in costante contatto con il padre del minore. La delicata vicenda viene regolarmente affrontata nelle riunioni della Task Force sui minori contesi, che coinvolge funzionari del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del Ministero dell’Interno e del Ministero della Giustizia».

Nella nota della Farnesina si affrontano anche alcuni aspetti giudiziari legati alla vicenda e si ribadisce l’attenzione sul tema: «Non risulta che al momento l’interessato abbia attivato la procedura per chiedere il riconoscimento e l’esecuzione all’estero delle sentenze italiane sull’affido del bambino, né che sia stato effettivamente spiccato un mandato di arresto all’estero nei confronti della madre del minore, richiesta che andrebbe eventualmente veicolata attraverso le competenti autorità giudiziarie italiane. La Farnesina continuerà a seguire il caso Cappelli con la massima attenzione». Una vicenda giudiziaria ed internazionale che ormai dura da troppi anni e che merita una risoluzione nell’interesse dei diritti del bambino e del padre: «Stiamo riscontrando difficoltà amministrative – spiega il legale Mara Cappelli – a porre in atto tutte le procedure in oggetto al fine di risolvere al più presto la vicenda nonostante le sentenze a favore della giustizia italiana e per questo facciamo appello alle istituzioni affinché ci aiutino».