In una scuola di Partinico in provincia di Palermo, alcune maestre sono accusate di maltrattamenti nei confronti dei propri alunni. Una cosa gravissima, quella che le riguarda, aggravata ancor di più dal fatto che si sarebbero scagliate contro coloro i quali dovevano prendersi cura. Per chi non lo sapesse infatti, l’Istituzione scolastica concorre insieme ai genitori, nel corretto esercizio di quella che una volta era la potestà genitoriale ed oggi si chiama responsabilità. Si tratta di tre educatrici di una scuola elementare, che sono state tratte in arresto oggi dopo le ripetute violenze fisiche e psicologiche, inferte anche con calci e schiaffi.
Ad eseguire l’ordinanza di custodia ai domiciliari, sono stati i finanzieri della locale Tenenza, che hanno agito per la loro delega riguardo alle indagini, eseguite anche a mezzo di riprese video e partite grazie alla denuncia dei genitori. Le vittime di questa assurda condotta sono bambini di 6 e 7 anni, di seconda elementare, che si è appurato come abbiano subito gravi azioni rese a maggior ragione tali perché compiute con abuso di potere, violando i doveri legati ad una pubblica funzione.
Fra i fanciulli picchiati, anche un soggetto disabile, la cui mamma dice: “ho visto per caso, il video dell’insegnante che picchiava mio figlio indifeso. Lui così piccolo, non poteva di certo reagire, quindi era costretto a subire tutte le botte. Per una madre è una cosa terribile. Questa persona non dovrebbe stare ai domiciliari, ma marcire in galera. Porterò avanti una battaglia, affinché si installino le telecamere in tutta la scuola. Ho notato mio figlio, da un mese ad un altro, cambiare, diventare irascibile ed aggressivo. Non mi alzava mai le mani, cosa che invece aveva iniziato a fare. L’anno precedente, non ci sono stati problemi. La cosa che non va, è che ogni anno cambiano gli insegnanti e ci sono sempre novità, qualcosa di diverso accade comunque. Manca per i nostri figli, la continuità didattica ed educativa. A loro, non bisogna cambiare un insegnante, perché si affezionano e diventano un punto di riferimento essenziale. Non mi fermerò nel chiedere giustizia, si tratta di donne che devono pagare sia per il male fatto a mio figlio, ma anche nei riguardi degli altri minori”.