Domenica 24 novembre 2019, al carcere di Barcellona Pozzo di Gotto l’8^ Sezione Reparto Psichiatrici, è stata teatro di intolleranza e violenza da parte di un detenuto ristretto in espiazione di pena e cure. Il soggetto, ha mandato in ospedale circa cinque agenti… due di loro con diverse ferite, mentre sembrerebbe, che altri tre operatori, sarebbero stati dirottati in quello di Messina, notizie ancora confuse che non danno la chiarezza degli eventi e questo ci preoccupa ancora di più.
“Siamo poliziotti, non carne da macello per galeotti“, dichiara l’FS-CO.S.P.! Si ripetono e si susseguono atti di intolleranza, oltraggio e violenza fisica contro Agenti del Corpo della Polizia Penitenziaria specifica Domenico Mastrulli. Si tratta, di una situazione che contempla a livello nazionale circa 3.500 unità di Polizia vittime di aggressioni, con Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia in situazioni estremamente critiche
Mastrulli aggiunge: “Non sembra arrestarsi il vento aggressivo che travolge le Carceri Italiane, una violenza che gli ospiti degli istituti circondariali, o gran parte di essi, continuano a manifestare contro i Tutori dell’Ordine e della Sicurezza non solo all’interno delle carceri come siamo abituati da tempo a denunciare, ma nelle Aule di Giustizia.
Solo questa mattina, ovvero qualche ora fa – gli Agenti erano ancora ricoverati presso l’Ospedale di Barcellona per cure, un recluso ristretto nel Reparto c.d. della disperazione 8^ Settore della Casa Circondariale Barcellonese in Sicilia, ha divelto una porta del bagno della propria cella di ubicazione impossessandosi di una sbarra di ferro e si è diretto verso l’Ufficio del Capo Posto adibito a Vigilanza degli Agenti della Polizia Penitenziaria iniziando a colpire violentemente gli Agenti che in quel momento per motivi del loro servizio stazionavano nella stanza, spaccando tutto e distruggendo qualsiasi cosa fosse possibile distruggere rendendo la stanza un cumulo di macerie e poi, nel tentativo di divincolarsi, offendendo e minacciando, ha impegnato numero cinque unità di Agenti nel tentativo di riportare ordine nel reparto. L’emergenza di quel momento vissuto tra urla che provenivano dal piano, ha portato uomini ulteriori in servizio, che in quel momento presidiavano per loro mandato istituzionale altri reclusi in altri settore del Penitenziario, ad accorrere.
I poliziotti sono usciti dai propri reparti e sono accorsi in aiuto dei malcapitati colleghi dell’8 Reparto, tra le preoccupazioni de i restanti reclusi quasi 70 che affollano la Struttura della disperazione dove da mesi accadono fattacci di elevata caratura criminale e di aggressioni. Si tratta di un detenuto, con precedenti irruenti e irrispettosi avverso il personale di vigilanza e di Custodia. Quello di oggi è accaduto lo riteniamo un episodio che sottolinea la sua indole alla disattenzione dei regolamenti. La situazione delle 196 prigioni d’Italia, il sovraffollamento storico a quota 62.000 detenuti e quella della Sicilia, con oltre 5.00 reclusi contro una capienza di 3.000, le dotazioni in organico ai poliziotti D.M. 2001/ D.M. 2017 con una carenza di 12.000 unità, le oltre 130 suicidi nel Corpo in questi ultimi 20 anni, le circa 3.500 aggressioni, e le pessime condizioni di qualità della vita dei lavoratori della Sicurezza dello Stato, messe a dura prova da una politica del Ministero della Giustizia oramai al capolinea, sono state dalla FEDERAZIONE SINDACALE Co.S.P. Comparto Sicurezza e Difesa nella persona del Suo Segretario Generale Nazionale Domenico Mastrulli esposte/denunciate nel Corso delle tre Audizioni al Senato e Camera della Repubblica in data 13 e 19 novembre scorso”.
In Sicilia – continua Mastrulli – servirebbe un ulteriore 35% di personale rispetto alle attuali unità così come richiesto con una specifica nota sindacale indirizzata al Vice Presidente della Commissione Giustizia, al Direttore Generale del Personale e delle Risorse del DAP Massimo Parisi e al Provveditore Regionale della Sicilia dottoressa Cinzia Calandrino.
Nella Regione – prosegue Mastrulli – sarebbe necessaria una maggiore presenza di Dirigenti Penitenziari, Funzionari del Corpo, per sopperire alle lacunose attese di chi opera ai confini di realtà di questo genere, poco seguite dal Centro Dipartimentale romano.