Maria Andaloro, nota per le sue battaglie contro la violenza di genere, fautrice a Messina delle iniziative collegate alla campagna sociale Posto Occupato, ieri (19 dicembre) è stata diretta testimone di un episodio duro, avvenuto nella nostra città, lei lo descrive così: “ieri nei pressi della Stazione di Messina, un uomo ha maltrattato per strada una donna. La strattonava e le urlava. L’unica che si è fatta carico di intervenire, per aiutare la vittima è stata una giovane, nessun altro si è mosso”.
“Ero distante. C’erano molte persone lì vicino, accanto e nei pressi che sono rimaste immobili, ipocritamente indifferenti. Che hanno continuato a chiacchierare, come se quei due si stessero baciando. Mentre invece, lui la stava insultando e picchiando. Come se quei due fossero invisibili, Tutti li a lasciarli litigare per strada”.
“La gente, non è intervenuta, pensando: “sono fatti loro, cu mi potta ammia. L’uomo ad un certo punto, l’ha lasciata andare e lei si è allontanata correndo. E così, si è potuto dedicare alla ragazza che era intervenuta per farlo smettere urlandole, ma che vuoi?!! È mia moglie! Spiegandole sempre urlando col suo linguaggio forbito, che erano c…i loro, chiudendo con, “se eri masculu ti facìa a’ faccia tanta, mimando con le mani quanto gliela avrebbe gonfiata”.
“Il tempo di raggiungerli, l’ho presa per il braccio per sostenerla e starle accanto guardandolo come si guarda un mostro. Lei tremava come una canna al vento urlava a sua volta, spiegava, o meglio tentava di far capire a quell’individuo urlando più forte di lui ostinata ed esasperata che non aveva il diritto di maltrattare e picchiare quella donna. Lui rispondeva urlando più forte: “fatti i c…i toi, scup..a. Poi, ha girato le spalle, è salito su un furgone per sparire sgommando. Tutto in una manciata di secondi, nemmeno il tempo di comporre il 113”.
“La donna che era intervenuta, piangendo ripeteva: “io so cosa vuol dire. Con la voce strozzata. Per 4 anni, il mio compagno mi ha picchiata, so cosa significa essere sole. Tutti attorno, zitti e muti e con gli occhi bassi. Li ho guardati uno ad uno, avrebbero voluto essere invisibili, erano solo inutili. Si sono vergognati, forse. Le ho dato un po’ d’acqua, l’ho ringraziata con tutto l’amore che avevo. Mi hanno fatto pena gli indifferenti e ho provato disprezzo, per quel giovane uomo violento perduto e lasciato libero nel suo mondo osceno”.
La Andaloro, termina specificando: “lei, la donna che è sparita dalla nostra vi(s)ta spero sia andata a denunciarlo. Alla coraggiosa che si è intromessa a rischio di prenderle pure lei, l’ho abbracciata, le ho detto alcune cose e sono andata via amareggiata, addolorata per la moglie di quell’uomo e offesa da tanta immobilità e omertà degli altri. La guerra, a km 0. La violenza è un problema culturale, una responsabilità sociale”.