Fogli di Via Obbligatori, Avvisi Orali e DASPO: sono queste le misure di prevenzione irrogate dal Questore a seguito dell’istruttoria svolta dal personale della Polizia di Stato della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Trapani per garantire maggiore sicurezza sul territorio

NEL PRIMO MESE DELL’ANNO I RISULTATI RAGGIUNTI GRAZIE ALL’IMPEGNO DELLE POLIZIOTTE E DEI POLIZIOTTI DELLA MENZIONATA DIVISIONE DIMOSTRANO UN’INTENSA ATTIVITÀ CHE RAPPRESENTA IL NATURALE SBOCCO DELL’INTENSIFICAZIONE DEL CONTROLLO SUL TERRITORIO DA PARTE DELLA QUESTURA, CON IL PRINCIPALE OBIETTIVO DI AVVIARE ANCHE UNA ATTIVITÀ PREVENTIVA AL FINE DI DA ARGINARE OGNI TIPO DI REATO

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Fogli di Via Obbligatori, Avvisi Orali e DASPO: sono queste le misure di prevenzione irrogate dal Questore a seguito dell’istruttoria svolta dal personale della Polizia di Stato della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Trapani per garantire maggiore sicurezza sul territorio.

Nel primo mese dell’anno i risultati raggiunti grazie all’impegno delle poliziotte e dei poliziotti della menzionata Divisione dimostrano un’intensa attività che rappresenta il naturale sbocco dell’intensificazione del controllo sul territorio da parte della Questura, con il principale obiettivo di avviare anche una attività preventiva al fine di da arginare ogni tipo di reato. Nel mese di gennaio 2024, in tutta la provincia, sono stati adottati 10 Avvisi Orali (di cui uno con prescrizioni aggiuntive), 7 Fogli di Via Obbligatori con Divieto di Ritorno nel Comuni di Trapani, Erice, Alcamo e Calatafimi- Segesta nei confronti di soggetti catanesi e palermitani e un Divieto di Accesso ai pubblici esercizi e locali di pubblico trattenimento (c.d. DACUR), che vieta alle persone colpite di accedere ai locali pubblici. Le misure di prevenzione personali, annoverate dal Codice Antimafia (d.lgs 159\2011), possono essere adottate dal Questore nei confronti di “soggetti che, per la condotta ed il tenore di vita, debba ritenersi, sulla base di elementi di fatto, che vivono abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose”; ed ancora per “coloro che per il loro comportamento debba ritenersi, sulla base di elementi di fatto, che sono dediti alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo l’integrità fisica o morale dei minorenni, la sanità, la sicurezza o la tranquillità pubblica.”

In particolare, le menzionate misure hanno riguardato soggetti dediti all’attività di spaccio di sostanze stupefacenti, alla commissione di reati contro la persona e il patrimonio, nonché adusi al porto di armi od oggetti atti ad offendere. Inoltre, il DACUR ha riguardato un soggetto mazarese che ha posto in essere una minaccia grave nei confronti di un uomo all’interno di un locale di Mazara del Vallo, ciò a rimarcare l’importanza strategica dello strumento delle misure di prevenzione nella tenuta dell’ordine e della sicurezza pubblica. L’avviso orale, disciplinato dall’art. 3 del codice delle leggi antimafia, è il provvedimento con il quale il Questore avvisa oralmente il soggetto, ritenuto socialmente pericoloso, che esistono indizi a suo carico, invitandolo nel contempo a mantenere una condotta conforme alla legge; in caso di ulteriori violazione potrà essere proposto per la misura più incisiva della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. L’avviso orale con prescrizioni rappresenta una forma aggravata di provvedimento, in quanto il Questore può imporre al destinatario della misura il divieto di possedere o utilizzare taluni oggetti o strumenti che possano essere utilizzati nelle attività criminali, quali apparati di comunicazione, visori notturni, accessori di protezione balistica individuale, riproduzioni di armi ed altro ancora. All’avviso orale con prescrizioni può seguire la revoca della patente di guida.

Il foglio di via obbligatorio, invece, disciplinato dall’art 2 del citato codice, è adottato all’indirizzo di persone pericolose per la sicurezza pubblica che si trovino fuori dei luoghi di residenza. In questi casi il Questore può rimandarvele con provvedimento motivato, inibendo loro di ritornare, senza preventiva autorizzazione ovvero per un periodo non superiore a quattro anni, nel comune dal quale sono allontanate.