I magistrati della Procura della Repubblica di Frosinone nei mesi scorsi richiedevano in un Processo presso il locale Tribunale, la condanna ad 8 mesi, mentre i componenti della difesa dell’imputato Fabrizio PIGNALBERI, rappresentato dall’Avv. Mariano GIULIANO, sostituito all’udienza del 12 luglio 2023 dall’Avv. Jessica CORSETTI, domandavano l’assoluzione per non aver commesso il fatto.
Chiusa l’istruttoria in Dibattimento, il Giudice Onorario Daniela POSSENTI, in data 12 luglio 2023 pronunciava Sentenza di assoluzione nei confronti di Fabrizio PIGNALBERI per non aver commesso il fatto. PIGNALBERI veniva accusato di truffa e falso dall’associazione volontaria radio soccorso di Serrone.
Si legge nella sentenza emessa dalla dott.ssa Daniela POSSENTI che i testi sentiti durante il processo rilasciavano dichiarazioni farraginose e a tratti contraddittorie. L’imputato nelle dichiarazioni spontanee faceva notare che il rappresentante della radio mobile di Serrone M.S., sentito come testimone della Procura avrebbe rilasciato delle dichiarazioni riguardanti un documento di responsabilità, diverse e difformi da quelle rese durante un altro Procedimento Penale.
La ricostruzione dei fatti
Nel periodo compreso tra giugno 2018 e novembre 2018, secondo gli atti giunti alla Procura della Repubblica di Frosinone, su querela di parte e procedibile di ufficio, Fabrizio PIGNALBERI avrebbe secondo l’accusa, realizzato un documento falso, avvalendosi della sua professione.
Le prove presentate dall’imputato PIGNALBERI, le stesse dichiarazioni espresse dai querelanti e dai testimoni del PM, le trascrizioni rilasciate dal rappresentante dell’associazione di volontariato in un altro procedimento penale, completamente diverse da quelle rese nel procedimento pendente dinanzi alla dott.ssa POSSENTI, hanno portato ad una diversa verità dei fatti, a tal punto che il querelante rischierebbe una denuncia per calunnia, nonché di ritrovarsi iscritto nel registro degli indagati.
Contattato telefonicamente Fabrizio PIGNALBERI dichiarava: “sono felice che anche questa vicenda si sia conclusa con la verità dei fatti, cioè con una assoluzione per non aver commesso il fatto. Ero sereno già da prima, perché sapevo di essere innocente. Ho sempre confidato nella giustizia”.
PIGNALBERI conclude: “in primis, con tale assoluzione sicuramente prenderò il caffè con molta più serenità nel mio paese, ma soprattutto questa ennesima sentenza di assoluzione la dedico ai miei figli, a mia moglie, ai miei amici, al mio partito e a tutte le persone che hanno avuto fiducia in me, in particolar modo ai miei legali”.