Il giudice Vincenzo Mandanici, del Tribunale di Patti nelle scorse ore ha emesso una se tenza arrivata al termine del processo di primo grado che ha visto al centro una triste e dolorosa storia familiare in cui una minore, oggi adolescente ma all’epoca dei fatti frequentante le scuole elementari, orfana della madre scomparsa pochi anni dopo la sua nascita, sarebbe stata vittima, secondo quanto emerso nel dibattimento, di atteggiamenti punitivi abnormemente autoritari ed aggressivi da parte del padre e della compagna con la quale era successivamente andato a convivere

PER I DESCRITTI FATTI, UN UOMO DI 44 ANNI E LA COMPAGNA 45ENNE SONO STATI CONDANNATI RISPETTIVAMENTE A 9 MESI DI RECLUSIONE IL PRIMO E 4 MESI DI RECLUSIONE LA DONNA PER AVERE COMPIUTO IL REATO DI 'ABUSO DEI MEZZI DI CORREZIONE O DISCIPLINA' AGITO IN DANNO DELLA FIGLIOLETTA DELL’IMPUTATO E DIRETTO CONGIUNTO DELLA VITTIMA

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Il giudice Vincenzo Mandanici, del Tribunale di Patti nelle scorse ore ha emesso una se tenza arrivata al termine del processo di primo grado che ha visto al centro una triste e dolorosa storia familiare in cui una minore, oggi adolescente ma all’epoca dei fatti frequentante le scuole elementari, orfana della madre scomparsa pochi anni dopo la sua nascita, sarebbe stata vittima, secondo quanto emerso nel dibattimento, di atteggiamenti punitivi abnormemente autoritari ed aggressivi da parte del padre e della compagna con la quale era successivamente andato a convivere.

Per i descritti fatti, un uomo di 44 anni e la compagna 45enne sono stati condannati rispettivamente a 9 mesi di reclusione il primo e 4 mesi di reclusione la donna per avere compiuto il reato di ‘Abuso dei mezzi di correzione o disciplina’ agito in danno della figlioletta dell’imputato e diretto congiunto della vittima. Secondo l’imputazione i due avrebbero infatti sottoposto la bambina a violenza fisica e psichica, picchiandola e denigrandola per futili ragioni, ad esempio una presunta lentezza nel consumare i pasti, cagionandole in alcuni casi contusioni su viso e corpo.

Si tratta…, di vicende per le quali già nel 2016 lo zio materno della minorenne aveva presentato alcuni esposti alla Polizia di Stato, sottolineando la propria preoccupazione per il verosimile stato di disagio vissuto dalla ragazzina nel contesto familiare, secondo quanto percepito attraverso confidenze di amici e conoscenti, avendo all’epoca ridotte occasioni di contatto diretto con la nipote.