Se potessi farei un sondaggio vero, tra la gente vera, per capire cosa i cittadini abbiano capito di questa cosa chiamata “emergenza rifiuti”, raccontata dai media come un grande fumetto. Discariche esaurite. Ma non troppo. Ordinanze da impugnare ma tasse da pagare. Quote spazzatura…elastiche. Cartello dei privati che gestiscono le discariche alimentando le emergenze.

Termovalorizzatori si, no, forse. Termoinceneritori? Chissà. Bluff differenziata. Compattatori a spasso per la Sicilia. Impianti di biostabilizzazione autorizzati ad un’unica azienda. E poi il colpo di teatro: l’esposto in Procura a puntate come una cambiale insoluta. Esattamente come una fiction. Domani si ricomincia. Ma cerchiamo di comprendere almeno il contesto. In Sicilia, la questione rifiuti assieme alla sanità, ai trasporti e all’energia è il nodo attorno al quale i ” “malandrini” della politica si attorcigliano da sempre.

L’ex governatore Lombardo accusava Cuffaro, Crocetta accusa Lombardo e così litigando. Essendo poi tutti grandi moralisti e amanti della legalità nominano dei magistrati negli assessorati scottanti. Magistrati che lasciano prima i tribunali,andando in aspettativa e poi, magari, lasciano litigando i politici che li hanno nominati.

La ruota gira e i problemi chiamati “emergenze” rimangono immobilizzati al loro punto di non ritorno. Qualche furbo amministratore locale addirittura denunzia ai magistrati l’assessore regionale di riferimento che, nel caso, è pure magistrato. Come se fosse la cosa più normale del mondo. Normale come i compensi che ogni mese, con o senza emergenze, ogni amministratore incamera senza sussulti moralistici.

I cassonetti si svuotano intanto a singhiozzo per la gioia di tutti quei microrganismi infettivi che, sotto il caldo sole, si moltiplicano, si affollano e si rincorrono tra le nostre estremità e le nostre cavità. Il comune di Messina, da qualche anno, ha nominato un nuovo commissario liquidatore della società che raccoglie e trasferisce in discarica tutta la spazzatura prodotta dai residenti.

Il suo nome è Giovanni Calabrò, proviene, probabilmente, da un sindacato di esercenti. Non ci è dato sapere però quale sia la sua esperienza e competenza nella direzione aziendale in generale e in quella dei rifiuti in particolare. Non conosciamo il suo curriculum che, forse, dovrebbe essere pubblico. Certamente però il sindaco lo avrà scelto attraverso una selezione rigidissima tra esperti del settore. Ma anche lui ha subito una denunzia, nel febbraio di quest’anno, dopo un esposto del sindacato Fp Cgil per un pesante ritardo sul pagamento degli stipendi.

Quanto lavoro per i magistrati. Qualche domanda al commissario Calabrò ci piacerebbe porla. Lui, come tutti i suoi predecessori, ha, per esempio, mai avuto modo di controllare nei dettagli l’attività complessiva di quel mostro chiamato Messinambiente?

Per esempio, esistono controlli sul peso reale dei rifiuti raccolti quotidianamente nei cassonetti? Leggiamo che in città, ogni giorno, vengono prodotti circa 260 tonnellate di spazzatura che viene caricata dai compattatori ogni notte. Ovvero circa 260 mila chilogrammi di indifferenziata infilata dentro o attorno ai cassonetti.

Circa un chilogrammo, quindi, prodotto ogni giorno da ogni cittadino da zero a cento anni. Al quale vanno sommate le quantità raccolte nelle  isole ecologiche e nei cassonetti differenziati per carta plastica e vetro. Nelle cento discariche abusive. Ma è mai stato calcolato seriamente questo dato individuale? Rientra o meno nelle stime indicate nazionalmente?

Quello che però tutti possiamo riscontrare è che attorno ai cassonetti sparsi per la città una grande quantità (quanta?) di spazzatura non proviene dalle famiglie. Moltissimi sono infatti gli imballaggi di ogni tipo. Cartone, plastica, legno, metallo.E la provenienza è quella delle attività commerciali. Piccola e grande distribuzione. Bar, ristorazione, elettrodomestici, vendite al dettaglio. Si conosce il particolare di così vasta accumulazione che, con ogni probabilità è anche evasione dei tributi.

E per quanto riguarda il terziario e i servizi come vengono conteggiati?  Palazzo Zanca, Università, Tribunale, Asp, Uffici regionali etc. quanti rifiuti producono e come vengono pagati? Sarebbe interessante scoprirlo.

Come verremmo conoscere che fine farà la messa in sicurezza dell’ex discarica di Portella Arena inutilmente sequestrata dalla magistratura. Oppure gli impianti della non ex discarica di Pace e del suo inceneritore. O magari la sorte e i programmi degli Ato.

C’è poi il grande buco nero della gestione interna di Messinambiente. Dai costi assurdi per la locazione degli uffici e degli appalti per le pulizie, ai costi per la manutenzione dei mezzi ( officine, gomme, ricambi etc.), dai costi per il carburante a quelli delle assicurazioni.

E, come poi tutti sanno, il problema degli imboscamenti nel lavoro. La insopportabile situazione di dipendenti che producono, si sacrificano e magari rischiano la salute e la vita e gruppi ben individuabili di sfaticati con protezioni politiche se non criminali. Come ci risponderebbe il signor commissario? Chissà.

La questione rifiuti è quindi molto più grande e più grave di quella che si vuole fare apparire. Parte dai comuni, dalla gestione delle società partecipate e continua attraverso i monopoli regionali e la criminalità mafiosa.

Per risolvere tutto ciò non servono certo le passerelle sui media o nelle Procure. Servirebbero amministratori capaci e coraggiosi. Che magari,con razionalità, cominciassero a ridisegnare e riprogrammare le “isole ecologiche” da dove veramente potrebbe partire la raccolta differenziata di circoscrizione se non di quartiere.