Rosario Martino abita a Palermo, lui  è un combattente, una di quelle persone che non è mai stata con le mani in mano, si è sempre speso, non solo per se ma anche per gli altri, la vita lo ha portato a toccare con mano la problematicità di chi non può pienamente prendersi cura da solo della propria persona, ecco un suo scritto: “racconto la mia storia, perché la posso documentare, ma so per certo che la mia esperienza, per un motivo o un altro, è comune a quella di molti disabili che combattono contro vari cavilli, ma di questi non ne parla nessuno, perché ai media e a certa stampa interessano solo i falsi disabili e non le vittime dei tagli che il governo impone sulle pensioni di invalidità, quindi dei vari cavilli che ti creano per non dartela”.

“Voglio descrivervi in due righe la mia storia reale e documentata che sa di assurdo, cercherò di sintetizzarla il più possibile: “mi chiamo Martino Rosario, ed ho 57 anni, già disabile da circa 20 anni con giudizio espresso dall’allora Ministero del Tesoro (non era l’inps a dare giudizio) che mi attribuì il punteggio del 67%, dunque non pensionabile. Circa 6 anni fa, con l’avanzare degli anni, sono sopraggiunte altre patologie, tanto che ora con sentenza del Tribunale, mi ritrovo ad avere il 100%. Con il medico e anche con l’avvocato decidiamo di ricorrere in Tribunale, per chiedere l’adeguamento della 104 per passarla da comma 1 a comma 3, quindi visto che in un certo senso il comma 3 è l’anticamera dell’accompagnamento di chiedere anche questo. Qui parte il primo errore di valutazione, l’avvocato decise di fare 2 cause, anche perché mi disse che difficilmente il giudice avrebbe dato entrambe le cose, quindi conveniva fare prima l’uno e poi l’altro (entrambe gratuito patrocinio)”.

“Mahhhh… non convinto, ma consenziente perché se te lo dice l’avvocato perché non credergli, vado avanti nell’avventura. Vengo convocato dal CTU, la dottoressa che mi visita, controllando le mie carte, e guardandomi mi chiede come mai avessi chiesto solo la 104 e non l’accompagnamento ed io per non dirgli che era una strategia dell’avvocato inventai delle scuse. Dopo 1 mese circa mi arrivò la relazione del CTU a casa, quella che poi è diventata sentenza, dove si evinceva che mi concedeva a tempo indeterminato il comma 3, ma aggiungeva pure che le mie patologie erano state sottovalutate, ed è per questo che io avevo bisogno di una assistenza continuativa, permanente e globale, giudizio che non mi dava diritto ad avere l’accompagnamento, visto che il mio legale clamorosamente non lo aveva richiesto, ma che almeno mi apriva le porte per averlo in successive cause”.

“Presentai l’aggravamento e rifeci tutto, l’Inps mi confermò il 100% a vita, ma come quasi sempre succede con i deambulanti, anche se io deambulo in modo parziale, l’Istituto previdenziale non si attenne alle leggi vigenti, http://www.laleggepertutti.it/59898_si-allaccompagnamento-anche-se-linabile-e-in-grado-di-camminare e non mi concedette il tanto atteso accompagnamento, allora sempre con gratuito patrocinio, quindi a spese degli Italiani, ripresentai il ricorso al Tribunale”.

Il signor Rosario, conclude dicendo: “il ricorso è stato giudicato inammissibile, perché mi mandavano le raccomandate nell’indirizzo indicato nella carta d’identità che come tutti sappiamo anche se cambi indirizzo non devi cambiarla, ma visto che l’avvocato mi aveva suggerito di prendere il verbale dalla mia pagina personale dell’Inps, che avrebbe fatto ugualmente il ricorso, eludendo il fatto che l’Ente potesse opporsi in quanto non ricevendo la raccomandata, era impossibile stabilire se i tempi concessi per il ricorso potevano essere quelli giusti, cosa che si può accertare solo quando ricevi la raccomandata e la firmi al postino. Non è solo il mio caso, ma come si può evincere dalla mia storia che è una delle tante, io ho perso i miei arretrati dal 2011, adesso dovrò pure rifare tutto daccapo, se tutto andrà bene e se sarò vivo, (le mie condizioni mi lasciano molti dubbi) avrò quello che è un mio diritto almeno da 2 anni (minimo). Purtroppo non combattiamo solo contro le nostre patologie, ma ci sono anche queste situazioni che tormentano la nostra esistenza, non dandoci la possibilità di vivere serenamente”.

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