La lettera ai compagni dell’artista Vauro Senesi, dopo lo scontro da lui avuto il 7 novembre su Rete4 durante Dritto e Rovescio, la trasmissione condotta da Paolo Del Debbio.
Ecco, il testo: “cari compagni duri e puri davvero pensate che il -Nemico- sia Massimiliano (detto Brasile)? Davvero non pensate che persone come lui siano così anche perché lasciate sole da noi nella loro rabbia che nasce anche dalla condizione sociale nella quale vivono? Non ci importa più nulla compagni di capire, di essere dalla parte o almeno di tentare un dialogo con quelli che un tempo definivamo sottoproletariato?”.
“Siamo tranquilli nel nostro antifascismo da tastiera o negli slogan a volte anche trucidi? Ci basta non sporcarci le mani, non sentirci responsabili? Vogliamo lasciare che quella rabbia sia alimentata ed indirizzata contro facili e deboli obiettivi dai veri fascisti, quelli senza tatuaggi? Sono solo domande compagni. Domande che anche io mi pongo. Vorrei che faceste lo stesso anche voi e che come me cercaste delle risposte nella pratica dell’antifascismo”.
“L’antifascismo è un valore di vita, non una enunciazione, il fascismo si combatte anche là dove una coltura di solitudine, disagio e mancanza di speranza permette e facilita l’attecchire dell’orribile virus fascista”.
“Si combatte essendoci, non ritirandoci in qualche comodo Aventino. Almeno è quello che penso io. Ma forse mi sbaglio”.