La Messina Social City, costituita in tutta fretta dal sindaco Cateno De Luca

LASCIA A SPASSO DIPENDENTI STORICI DEI SERVIZI SOCIALI INSERITI IN UNA IMPROBABILE LONG LIST ED I COLLEGHI ASSUNTI A TEMPO INDETERMINATO, MA CHE NON HANNO ANCORA RICEVUTO LO STIPENDIO DI MARZO

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La Messina Social City, l’Agenzia del Comune che è stata costituita innanzi al notaio il 18 dicembre 2018 (ma è partita ufficialmente l’1 marzo scorso), in tutta fretta dal sindaco Cateno De Luca in quanto aveva l’obiettivo di azzerare il sistema collegato al “Terzo Settore” operante da sempre nei Servizi Sociali, ha lasciato morti e feriti sul campo.

I primi, sono quei lavoratori storici del Comparto che vistisi inserire in una improbabile long list… che assomiglia molto di più ad una lista di proscrizione sopratutto dopo la sparata del primo cittadino, secondo cui tali maestraenze sarebbero… “una pletora già espulsa dal mondo cooperative” e tutto sulla base di vacue promesse di venire utilizzati in eventuali sostituzioni.

I secondi, invece coincidono con i colleghi dei primi… (che ad oggi senza tema di smentita possiamo definire “diseredati”… grazie al disegno perseguito dall’Ammininistrazione Comunale di assumere nella nuova Società in violazione dell’articolo 37 del CCNL delle cooperative), regolarizzati attraverso la sottoscrizione di un contratto di lavoro a tempo indeterminato che è stato onorato solo dai dipendenti a partire dal primo giorno del mese scorso, dato che nessuno alla scadenza delle 30 giornate lavorative ha corrisposto loro alcuno stipendio.

Si tratta, di un emolumento, non ancora devoluto agli aventi diritto mettendo sul campo da parte dei responsabili le più disparate scuse con lo slittamento delle diverse scadenze prospettate e finora mai rispettate. Prima quella di corrisponderlo fra il 5 ed il 15 aprile, poi tra il 16 ed il 17, data quest’ultima nella quale i vertici hanno dato per certo un bonifico in realtà inesistente, non materializzatosi perchè per scusarsi hanno fatto riferimento ad un errore.

Nei fatti, oggi 21 aprile, sia i 500 operatori transitati nell’Azienda che gli altri tagliati fuori sono rimasti con un pugno di mosche in mano vivendo una Pasqua non certo serena… privi del necessario da portare a tavola per le rispettive famiglie… se non facendo ricorso all’aiuto di parenti. E’ il caso di ricordare a De Luca, che nessuno vive nel quotidiano mettendo nel piatto giornaliero… pazienza… ma cibo.