I giudici della Corte d’Appello di Reggio Calabria, nel corso del dibattimento svoltosi stamani in aula dopo le ore 10.00, hanno disposto l’esecuzione di una Perizia psichiatrica nei riguardi di Ciro Russo l’uomo che una giornata del marzo del 2019 benchè fosse ristretto (presso l’abitazione dei genitori) in regime di arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico prese la sua automobile da Ercolano (Napoli) per raggiungere l’ex moglie (Maria Antonietta Rositani)… tentando di darle fuoco

L'UDIENZA E' STATA POSTICIPATA AL 23 GIUGNO

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I giudici della Corte d’Appello di Reggio Calabria, nel corso del dibattimento svoltosi stamani in aula dopo le ore 10.00, hanno disposto l’esecuzione di una Perizia psichiatrica nei riguardi di Ciro Russo l’uomo che una giornata del marzo del 2019 benchè fosse ristretto (presso l’abitazione dei genitori) in regime di arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico prese la sua automobile da Ercolano (Napoli) per raggiungere l’ex moglie (Maria Antonietta Rositani)… tentando di darle fuoco.

Il contraddittorio tra le parti è stato fissato al 23 giugno, giornata in cui i magistrati assegneranno l’incarico scegliendo chi dovrà esaminare il Russo… che è difeso dal legale Antonino Catalano. Lo scorso luglio, l’imputato è stato condannato a 18 anni di carcere e tre anni di libertà vigilata… dal g. u. p. reggino. Russo per uccidere l’ex consorte, dopo essere arrivato nella Città dello Stretto speronò la vettura della donna in via Frangipane, successivamente si avvicinò allo sportello versando del liquido incendiario che custodiva in una tanica di benzina.

Il giudice per l’Udienza preliminare, nelle motivazioni della Sentenza di condanna chiarì che: “l’azione del condannato derivava da un volersi vendicare della cessata relazione coniugale interrotta per volere della Rositani la quale desiderava proseguire nell’azione giudiziaria fino al punto da avere l’affido esclusivo del figlio minore”.

In epoca successiva all’evento verificatosi in suo danno, la Rositani restò ustionata in tutto il corpo lottando tra la vita e la morte presso l’Ospedale di Bari dove subì vari interventi chirurgici e stette ricoverata per venti mesi. Dopo aver dato fuoco all’ex coniuge, Russo si diede alla fuga, ma il giorno seguente gli agenti della Squadra Mobile lo rintracciarono pervenendo al suo arresto.

Il dottor Valerio Trovato, g. u. p. del locale Tribunale, nella Sentenza di primo grado scrisse che Russo aveva: “pianificato nel dettaglio il progetto criminoso”.

Durante il primo Processo l’avvocato dell’uomo aveva eccepito innanzi al magistrato un difetto della capacità di intendere e di volere del suo assistito evidenziando che secondo una Consulenza tecnica di parte effettuata sul soggetto, lo stesso fosse: “affetto da ‘Disturbo paranoide della personalità, con spiccati tratti narcisistici’… ed uno stato di mente tale da compromettere la sua imputabilità al momento dei fatti”.

Quanto prospettato però, non convinse il dottor Trovato che al contrario ritenne come il Russo avesse dimostrato una… “lucidità e una freddezza inconsueta, sia nella fase della programmazione del tentato omicidio che in quella dell’esecuzione, senza lasciare al caso alcun dettaglio, tanto da riuscire a scappare indisturbato da Ercolano, fino a giungere a Reggio Calabria per realizzare il suo brutale obiettivo e, successivamente, rendersi irreperibile per quasi due giorni, circostanze che poco si addicono ad un elemento incapace di intendere e di volere”.

Adesso sarà compito del consulente tecnico d’Ufficio stabilire quale sia la verità, ovvero se l’individuo possa essere giudicato per il reato da lui commesso ovvero al contrario non dovere risponderne in tutto o in parte a causa della sua condizione mentale.