Francesco Blaze Esposito, un amico lettore di Messina Magazine, ci tiene, in merito ad un argomento tanto delicato quanto è la violenza sui bambini, a farci sapere che accadono cose come queste: “schiaffi, scappellotti, sculacciate, calci nel sedere, violenze inflitte dai genitori convinti di dover esercitare il metodo della punizione fisica sui figli disobbedienti od esuberanti. Castighi, punizioni corporali, regole rigide, manipolazione, induzione di paure, sottrazione d’amore, isolamento, disprezzo, mortificazione del bambino”.
“Lo notiamo persino al supermercato quando il maltrattamento sui bambini diventa pubblico, quasi per una forma di espressione culturale derivata a cui spesso si fa riferimento, perchè i nostri genitori ci hanno educato…così!”.
L’Europa è ferma: “La sculacciata è reato. Educare i bambini, senza usare in alcun modo la violenza, è previsto dalla Carta Sociale Europea, principio più che mai giusto. Essere madre o padre non può autorizzare in nessun caso l’uso di una reale violenza sul bambino. Violenze, umiliazioni e rimproveri continui nell’educazione dei figli integrano il reato di maltrattamenti in famiglia anche se inflitti a scopo educativo. Lo stop arriva dalla Cassazione, con la sentenza n. 30436/2015”.
Esposito, conclude: “l’abuso di mezzi di correzione violenti anche se sostenuto da animus corrigendi concretizza il reato di maltrattamenti in famiglia ex art. 572 c.p., poichè, l’intenzione soggettiva non è idonea a fare rientrare nella fattispecie meno grave una condotta oggettiva di abituali maltrattamenti, consistenti in continue umiliazioni, rimproveri anche per futili motivi, offese e minacce, violenze fisiche”.