Sottrazione internazionale di minore: condannata Tetyana Gordiyenko, la coniuge di Mimmo Zardo a 6 anni di reclusione

I DETTAGLI DI UNA DELICATA VICENDA MINORILE, COSTELLATA DA TANTE VICISSITUDINI

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Lo scorso venerdì 9 febbraio, si è conclusa la vicenda riguardante il 39enne Luigi Renato detto (Mimmo) Zardo, papà del piccolo Erik, che fu accusato ingiustamente dall’ex moglie ucraina di maltrattamenti e violenze. Presso il Tribunale di Torino, la dottoressa Paola Meroni, giudice competente, ha esteso una sentenza a carico di Tetyana Gordiyenko. Nel provvedimento giudiziario, si palesa l’accusa di sequestro di persona e sottrazione internazionale di minore.

Il 26 gennaio invece, per lei, il il pubblico ministero Laura Ruffino nel corso dell’ultima udienza del processo aveva chiesto una condanna a 3 anni e 6 mesi a cui si sommava il pagamento del risarcimento, richiesto dalle parti civili costituitesi, ovvero lo stesso Zardo e la nonna del bambino.

E’ giunto così, il verdetto che ritiene la madre responsabile dei reati a lei contestati condannandola alla pena di 6 anni di reclusione ed al pagamento delle spese processuali. La straniera, è stata inoltre interdetta dai pubblici uffici. Comminata nei suoi confronti, pure la sanzione della sospensione della responsabilità genitoriale.

E lui, Zardo, commenta quanto è accaduto così: “una sentenza storica, una vittoria vera per la difesa del diritto del minore alla pari dignità genitoriale, ottenuta nelle aule di giustizia dopo un lavoro di anni ed anni di fatiche e frustrazioni, speranze e delusioni, battaglie e batoste. Il genitore che deporta arbitrariamente il figlio e lo rende orfano in vita, deve pagare per la sua grave colpa: ecco in sostanza il senso della decisione. Questo successo è il risultato di un lavoro di squadra fra me, tutti i compagni di sventura ed i miei sostenitori e sostenitrici, e l’avvocato Maria Rosa D’Ursi”.

La storia
Il 19 settembre del 2011, quando la Gordiyenko mamma di Erik, sparisce da Alice Superiore, il paese (in provincia di Torino) nel quale viveva con il figlio ed il coniuge (Mimmo). I due si conobbero nel 2003, ma dopo i primi tempi qualcosa iniziò ad andare storto, tutto il quadro di vita venne compromesso anche da una forzata convivenza familiare con la suocera di Zardo e madre della condannata che progetta la fuga e denuncia il marito per violenza e maltrattamenti, in realtà mai verificatisi.

Successivamente, arrivò l’udienza presidenziale del procedimento di separazione, il 12 Aprile 2012, e con essa anche la decisione di affidare Erik congiuntamente ai due coniugi, stabilendo al contempo il -vitalizio- che il padre avrebbe dovuto corrispondere alla signora, e mantenendo su tre giorni alla settimana la frequentazione padre-figlio. Mia moglie era estremamente delusa per non aver ottenuto l’affido esclusivo, ed allora decise di far quello che aveva pianificato pur senza averne titolo… portare via dall’Italia Erik, e renderlo orfano di padre vivente. Ciò con la complicità fattiva di mia suocera.

Il 13 Maggio 2012 mia moglie era ormai quasi all’ingresso della frontiera Ucraina, quando mi scrisse per l’ultima volta in risposta ad una mia richiesta di conferma per l’appuntamento successivo: “ok tutto bene, ci vediamo domani”.

All’appuntamento il giorno successivo però, non si presenterà nessuno, il 14 maggio 2012, Tetyana se ne andò via dal nostro Paese portandosi con sè nostro figlio, per tornare nella sua terra natia. Una decisione presa così, senza confrontarsi con me, nata dalla fine di un rappporto ormai in crisi da tempo e che aveva costretto l’intervento dei Servizi Sociali. Quegli stessi Servizi Sociali, la cui azione non è stata sufficiente ad impedire l’allontanamento descritto che ha avuto come conseguenza l’aver lasciato un padre solo e disperato che si è appigliato con tutte le proprie forze alla Giustizia italiana.

Ora, Mimmo, ha ottenuto l’affido esclusivo, ci è riuscito lottando, resistendo e dimostrando di essere un bravo genitore, ma questo non basta perchè per riabbracciare suo figlio dovrà passare ancora chissà quanto tempo.